31 dicembre 2008

Au revoir, 2008...

è dopo il lungo inverno che sopraggiunge la primavera con i suoi dolci profumi che stuzzicano gli olfatti più sottili, mentre il polline vortica tumultuoso trasportato dalle prime calde brezze disseminando starnuti ed occhi arrossati. la neve sarà solo un freddo ricordo, insieme al silenzio nostalgico da cui è sempre accompagnata. il sorriso allegro dei pupazzi bianchi si scioglierà al tepore del sole. forse voleranno alti i primi aquiloni, colorando il cielo con piccoli drappi di stoffa variopinta e le loro esili strutture strattonate con violenza. ed in basso i bambini sorrideranno accompagnati dai loro genitori distesi sui prati, dimentichi dei cappotti e della lana e di tutto ciò che ripara dal freddo freddo clima invernale. i germogli faranno capolino timidi e spaventati, vestendo quei rami spogli, attenuando la loro vergogna. riprenderanno le lezioni e mi trascinerò con malavoglia sui banchi d'insipida formica. guardando attraverso i vetri luminosi immaginerò di essere in ogni posto che non ho ancora visitato, da solo o in compagnia, in fondo non fa poi grande differenza. brinderò alla libertà del visionario sognatore che mi accompagna ogni giorno, sperando che abbia voglia di proseguire con me questo viaggio, ancora per poco, ancora per molto. brinderò agli eroi giovani e belli che esistono nelle favole, brinderò a quelli un po' più terreni e reali, d'oriente e d'occidente, vicini e lontani. brinderò alle decisioni da prendere e a quelle che ormai è impossibile cambiare, brinderò alla gioia dei tuoi sorrisi e al calore dei tuoi abbracci, al pallore della tua pelle e ai tuoi capelli color grano. alzerò il calice scuro per ricordare le tue parole, per ricordare chi è già partito e chi sopporta ancora, per ogni amico sincero e per ogni nemico onesto e reverenziale. alzerò quel calice per ricordare ogni cosa, ma lo farò solo per me. 

intanto l'anno si sta spegnendo; ci saluta con simpatia, comunque sia andato. ci regala un'ultima giornata di sole, un buon augurio per quello che lo seguirà fra poche ore. è passato in un battito d'ali di farfalla, come si suol dire. lo saluterò un po' nascosto, un po' in sordina, come è giusto che sia. lo saluterò con allegria, coriandoli e stelle filanti fuori stagione per quello che mi ha regalato. lo saluterò con rancore e rabbia per quello che ci ha tolto. anche se i bicchieri tintinneranno rumorosi, i festeggiamenti saranno silenziosi e personali. 

a mezzanotte esploderà il mondo, udirò botti e schiamazzi. festeggiate, festeggiate, io scuoto la mano in alto nel cielo con in testa una canzone e tanti buoni propositi - non possono proprio mancare - in bocca un sorriso ed in mano qualcosa di forte. alla salute!

Au revoir, 2008. 


24 dicembre 2008

Merry Xmas


caro babbo natale,


scusa se ti scrivo solo adesso, ma si sa, è mia abitudine prendermi sempre all'ultimo. è da un paio di anni che non ci sentiamo, l'età ormai non mi concede più di credere a tutte le storie e storielle con cui ti abbindolavano da bambino, ma questo natale ho deciso di riprendere i contatti. 

sono stato bravo ultimamente, o comunque non più cattivo del solito, non particolarmente almeno. pensavo quindi che uno o due desideri potresti anche esaudirli, se ti avanza un po' di tempo e un po' di posto in quel grande sacco di canapa che ti porti sulle spalle (tranquillo, che sia di canapa rimane un segreto fra me e te, basta che finite le feste non te lo fumi con tutti gli elfi e la befana, ok?). che maleducato che sono! non ti ho neanche chiesto come stai... dal naso rosso direi bene (dillo che non è coca-cola quella che hai nella bottiglia, ma grappa al lampone, che a me piace tanto, fra parentesi).  dalle tue parti fa freddo se ben ricordo: non dimenticarti di tenere vivo il fuoco nel camino (non bruciando il suddetto sacco, mi raccomando...). 

gli elfi invece? loro tutto a posto come sempre? ho sentito che ci sono stati un po' di problemi per il troppo lavoro e che si sono rivolti ai sindacati, ma mi pare che si sia risolto tutto no? (quando passi da me 'sta notte dovrai spiegarmi come hai fatto ad evitare la cordata di bambin gesù: sei furbo, vecchio volpone!) certo che anche tu... mandarli in giro con vestitini verde acido... (tanto per rimanere in tema con il sacco); e non dire che è verde abete, che non ci crede nessuno (a meno che non siano abeti di cernobyl, si intende...).

comunque, convenevoli a parte, stavo dicendo che sono stato davvero un bravo bambino (troppo cresciuto) e che non devi dare ascolto a quello che si dice in giro, sono solo invidiosi del fatto che mi stia sempre avvicinando di più alla strada del buddha (manca allah e poi abbiamo abbiamo fatto fuori metà religioni). a proposito di allah, come la mettiamo con i paesi arabi? lì passi te o hai un sostituto di pelle scura con i baffetti neri e i cammelli al posto delle renne? no perchè in questo periodo un caucasico da quelle parti lo vedo male, tutto qui... (ricordati sempre che i kalashnikov sono comunque più veloci della slitta). 

ah, ora che mi ricordo, stai attento ai controlli! da un po' hanno abbassato il limite da queste parti e visto che bevi più grappa al lampone te che un reggimento di alpini nostrani non vorrei che ti  ritirassero la patente. al massimo digli che guidava rudolf: con quel suo naso rosso è impossibile che non ti credano. tanto la slitta è come l'aereo, no? anche se un motere va in avaria, gli altri permettono di proseguire il viaggio. pedine sacrificabili, 'ste renne.. 
ma poi con la protezione animali com'è finita? ti avevo avvisato di aggiornarti, che gli anabolizzanti ormai li trova anche il medico di base con il kit fai-da-te, ma te testardo... che le cose collaudate sono le migliori, che chi lascia la vecchia via per quella nuova sa cosa perde ma non sa cosa trova... contento te... e, a proposito di perdere la strada... te lo sei installato il tomtom sul cruscotto della slitta? non viene fuori come l'anno scorso che i regali di mia sorella li lasci a mia cugina perchè non trovavi l'indirizzo? 

ma torniamo alle mie richieste, babbo. accantonata la pace nel mondo (la chiede già ogni anno miss italia e te non gliela porti mai, e se non la porti ad un pezzo di f*** come quella, figurati a me...) vorrei qualcosa di più personale... magari invece di portare la pace nel mondo a miss italia, porta miss italia da me, già che ci sei. sto scherzando, ovviamente. allora dove ero rimasto con la lista... fammi controllare.. qui, si qui!

però... pensandoci bene... se sei diventato un ubriacone, oppiaceo-dipendente, sfruttatore di razze in via d'estinzione e animali, c'hai sicuramente le tue gatte da pelare! non dev'essere facile essere te, suppongo.
fai una cosa, babbo: per quanto mi riguarda, quest anno prenditi ferie. è meglio se, per quelle quattro cose che avevo da chiederti, faccio da me...


per sempre tuo,

Stefano


Ps: Buon Natale a tutti voi! (la morale c'è, ma non si vede...)

13 dicembre 2008

Night road

la mano brucia arrossata dal bicchiere caldo mentre nuvole di vapore bianco si formano ad ogni respiro. allegre risate rimbombano ai margini del loro piccolo gruppo di amici. poco distante bambini imbaccuccati giocano alla guerra sorvegliati dagli occhi attenti ma non troppo dei genitori. è tempo di festa e di ballate, tempo di banchetti luculliani e regali impacchettati, tempo di diete e di neve bianca come l'innocenza. si mettono in cammino per non cader vittime del gelo notturno che incombe oscuro sulla città, ancora sveglia e luminscente. è tardi e la strada da fare è molta: passi veloci accompagnano i loro discorsi e viceversa, passi corti e regolari, grandi falcate fagocitano la strada che instancabile si distende davanti ai pellegrini sconsacrati. come rapaci notturni fanno scintillare i loro occhi affamati di ignoto; urlano e schiamazzano per ridestare chi ha deciso di coricarsi prima di loro; pestano con frenesia ogni ostacolo che impedisce il fluire del loro tempo. bramano divertimento e deresponsabilizzazione, bramano ancora una volta ciò che non conoscono ed evitano la routine del giorno: quel vortice che ha inghiottito le loro speranze e distrugge ogni ora la loro vita pezzo per pezzo, feroce e crudele morso assassino che sfilaccia la carne e insanguina il mondo delle bambole e dei burattini. rallentano perchè da bravi predatori sentono l'odore pungente delle prede. ma come è già stato detto, il tempo è tiranno e la notte ulula richiamando i suoi fedeli guerrieri. risate allegre, risate sincere, sorrisi e smorfie per combattere la crudeltà del loro essere coscienti ed iperattivi. la mano brucia arrossata dal freddo inverno mentre il cuore irrora sangue fresco ad ogni altra parte del corpo. passo svelto, per favore, che domani si ricomincia...

5 dicembre 2008

Sunflower

tempo bizzarro, da queste parti. neve, sole, pioggia, nuvole, nebbia, nuvole, neve. aspetto seduto su una panchina sbiadita dalle troppe intemperie l'arrivo del mio Caronte color arancio vomito. le dita si intrecciano rilassate con il filo nero delle cuffie. conto distrattamente quante cilindriche dosi di veleno sono rimaste nel pacchetto blu, conoscendone perfettamente il numero. mentre infilo la mano in tasca per riporlo vedo il lento, mastodontico mezzo pubblico avvicinarsi ed aprire le sue tre bocche gigantesche e trangugiare ignari viandanti alabardati minuziosamente per proteggersi dal gelo invernale. non manca molto al mio turno. inghiottito...

con uno sbuffo svogliato il grande mostro chiude le sue fauci e riprende la sua marcia come se nulla fosse successo. sono piuttosto stanco per colpa del brusco risveglio, e decido di prendere posto e gustarmi il breve tragitto osservando quello che succede durante la digestione. il sedile è duro e mi gela il culo infastidendomi non poco. nel frattempo sono spuntati alcuni ciuffi ribelli, prima nascosti da lanosi berretti variopinti. code di cavallo e cerchielli di plasitica saltano fuori da cappucci ora afflosciati sulle schiene. una strana fauna popola questo stomaco di vetro, non più strana del sottoscritto che per un motivo non ben precisato ne fa parte. interagisce, ascolta, parla, guarda, cerca, legge, sbadiglia, respira, inarca sopraccigli e ride con prepotenza. le dita continuano a serpeggiare fra i cavi neri delle cuffie e gli occhi ad osservare.

sei seduta poco distante da me. sorridi cortesemente alla tua amica, la ascolti distratta mentre cerchi qualcuno fra la folla accalcata, qualcuno che non ha ancora un volto. la sciarpa scura ti avvolge il collo, l'hai sicuramente scelta per mettere in risalto i tuoi iridi verdi smeraldo. sulle gambe appoggiato un raccoglitore pieno zeppo di appunti, giallo intenso come i girasoli che mi piacciono tanto in estate, sicuramente troppo grande per la tracolla abbandonata sulle tue Converse logore per i troppi passi. da un angolo spuntano i jeans con l'orlo consumato, proprio come i miei. la tua amica continua con il suo inutile chiacchericcio e la stanchezza ti si legge in faccia mentre si mischia con la noia mattutina.

io sono contento della compagnia del mio lettore. non ho molta voglia di parlare, non in questo momento. so che a breve dovrò dispensare saluti e gentili convenevoli. mi sta bene, solo non adesso. per questo faccio finta di non vedere i miei due compagni di corso, non avremmo molto da dirci comunque. abbasso il berretto appena sopra gli occhi, come per nascondermi meglio. le ruote continuano a girare, le fermate a capitare sporadiche sulla nostra strada, le canzoni a cambiare. che storia ironica mi sta raccontando la canzone che sto ascoltando. parla di una ragazza che ancora sogna e di un ragazzo che invece a preso coscienza di come funziona quaggiù. di come lei sia cambiata e di come lui invece sia andato coraggioso per la sua strada. mia dolce rivoluzionaria dei Modena, bella canzone.

penso agli sms che dovrò scrivere quando la mia destinazione mi avrà costretto ad interrompere la corsa. mettersi in contatto, stringere relazioni, instaurare connessioni. te sempre distratta, io ancora svogliato. e con il culo congelato. è tempo di scendere ad affrontare le dieci ore di lezione quotidiane, e scusa se è poco. la bestia di acciaio riapre le sue bocche e rigurgita la folla precedentemente inghiottita. in mezzo alla calca vedo i tuoi capelli castani ondeggiare, il raccoglitore color estate sotto braccio. magari ci incontreremo lungo i corridoi o a prendere un caffè al bar, ognuno con i suoi amici.
decisamente una buona giornata, quella di oggi.

28 novembre 2008

Snowflakes

i fiocchi di neve ticchettano sull'ombrello ritmando la lunga passeggiata. la melodia che prende vita si può udire distintamente nel silenzio sacrale dell'inverno, che annuncia il suo arrivo con dolce prepotenza. folte coltri di messaggeri canuti hanno preceduto ad annuciato questo repentino avvento. le punte dei piedi infreddolite si raggomitolano impulsive su se stesse cercando un posto più caldo, le scarpe bagnate a macchie. risate sincere risuonano non molto lontano, dove bambini un po' troppo cresciuti giocano a bersagliarsi con proiettili bianchi e soffici. mi fermo a guardarli interrompendo quell'andatura incerta e buffa: mi ricorda i primi passi che devo aver mosso da bambino, quando i muscoli erano ancora atrofizzati e l'equilibrio instabile. riprendo fiato e ricomincio a muovere passi impacciati cercando di ritrovare la strada ormai sepolta, mentre petali bianchi muoiono in una malinconica canzone. 

21 novembre 2008

I wish

stanno passeggiando per la strada illuminata a fatica da una tiepida luce artificiale. sorridono e si scambiano battute allegre. le labbra si tendono abbozzando gentili sorrisi. lei spinge la sua vecchia bicicletta. lui pensa che le dia un tono mondano, ma gli è sempre piaciuta e nel frattempo gioca con l'accendino che ha in mano. il respiro gli si condensa per il troppo freddo e la punta del suo naso è intirizzita. sa perfettamente che le risate non dureranno per sempre e che non può vivere con il ricordo di quel momento. sa perfettamente cosa deve dirle e la voce si fa subito imbarazzata. balbetta, biascica parole di resa in un meraviglioso discorso senza capo nè coda. sarebbero davvero parole bellissime e travolgenti ma la conversazione non riesce ad enfatizzarle. la guarda negli occhi e si stupisce di non averne mai ricordato il colore. non lo ricorderà nemmeno dopo averla salutata. lei non brilla e risplende più come quando uscivano le prime volte e potevano ancora vivere felici e contenti nelle loro conversazioni superficiali. aveva già immaginato da qualche giorno quello che lui le sta dicendo e sa cosa rispondere. che sia una scusa o quello che sente davvero poco importa; lui sente le parole arrivare come lame affilate conficcate nei sui timapani e smette di ascoltare perchè non era quello che voleva sentirsi dire. si accorge che hanno smesso di camminare e sono diventati vittime del freddo polare. non piange perchè gli hanno insegnato che gli uomini non piangono mai o perchè non vuole mostarle quanto sta male. o forse è solo l'abitudine e l'aver imparato che stare male per qualcun altro non vale la pena. pensa a tutto quello che deve fare nei prossimi giorni. dovrà muoversi per evitare l'ipotermia celebrale che questa serata rischia di causargli. sorride. sorride malinconico davanti alla fermezza di lei, il naso sempre più rosso. sorride per non salutarla, l'espressione ebete di chi non può scappare dalla realtà e allora preferisce farsi travolgere da essa. lei quello che aveva da dire l' ha detto. lui vorrebbe parlare ancora, forse per qualche centinaio d'anni ancora, ma lei decide che è ora di salire in casa. trascinare questo incontro è diventato penoso e lui lo sa. immobile la osserva allontanarsi sapendo che se la rivedrà non si saluteranno. non come la prma volta. starà male per un po' e lei neanche si ricorderà di quanto è successo. lui sa che è ora di tornare a casa, ora di accendersi una sigaretta, l'ultima del pacchetto blu. ascolta lo sfrigolio che emette ad ogni boccata, guarda la punta incandescente consumarsi nel buio della strada e aspetta che qualcuno passi a prenderlo; possibilmente destinazione ignota. e nella testa una conversazione.

"ora ti racconto una storia, quale animale vuoi essere?"
"io?"
"si, tu... non è difficile sai..."
"non ho voglia di scegliere."
"dai, lo scoiattolo o il criceto?"
"quello che alla fine muore..."

18 novembre 2008

Does it matter?

ho la gola che brucia ancora per l'ultimo sorso di brandy mentre il sangue sta facendo il suo dovere pompando l'alchool al cervello. le mie pulsazioni si sintonizzano con quelle dell'amplificatore che riempie la stanza con "miss california", raccontandomi bugie sul mio futuro. la casella della posta in arrivo lampeggia. leggo le brevi righe: il mio lasciapassare verso la felicità. non mi devo preoccupare. non dura. non è durata, e comunque l'esperienza mi dice che non sarebbe potuta durare. va bene così. l'ultima tristezza mi prende quando vedo l'icona che segnala la casella vuota. non ha importanza. da qualche giorno non mi connetto più ad msn, non so quali notifiche ci siano sulla mia bacheca di facebook e badoo è solo un ricordo. ho tagliato le ultime connessioni virtuali con il mondo. tanto non dura, lo so perfettamente. ma non è quello che voglio adesso. 
cerco qualche canzone fra le migliaia di mp3 allocati sul disco rigido ma trovo solo memorie che non si adattano al momento. ieri avevo tutte le melodie giuste. oggi sto scavando fra i byte ormai coperti di polvere ma non trovo niente. lascio stare, non ha importanza. 
cerco qualcosa fra gli appunti che potrei studiare ma non ho voglia di impegnare il mio cervello alcolizzato. non in questo momento, mentre penso che per pranzo mangerei volentieri una pizza. detto fatto: ordinata. adesso però non ho voglia di andarla a prendere. 
le cose sono sempre più lontane. è quello che volevo. le cose sono irraggiungibili. non hanno più importanza. ho chiamato ma non hai risposto. le cose stanno divergendo mostrando quando sono inopportune. e quanto sono maleducato nei loro confronti. ti ho scritto ma avevi da fare. le cose prima o poi precipitano come le note di miss california. ti ho parlato ma non eri in grado di asoltare. non ha importanza. le cose non hanno una propria identità ma sono quelle che noi vogliamo vedere. non ha importanza.
starei a scrivere per ore ma devo mangiare. ho una pizza da andare a prendre. 

ma ha importanza?

13 novembre 2008

Y-owner

è da un po' che la sto osservando. carina e sfacciata. vecchia conoscenza, del tipo di ragazza che al tempo delle mele esce con fighella vari ma poi quando arriva sulla trentina comincia a cercare l'impiegato di banca ex-sfigato-del-liceo ora uomo impostato del tipo giacca-cravatta-cartelletta-di-pelle che dà tanta, ma tanta sicurezza quando c'è un mutuo da pagare. parla assieme alla sua amica che a giudicare dalla espressione compiaciuta che ha stampata in volto sta declamando sicuramente una conquista della notte prima. provo ad immaginare la conversazione, ma il cromosoma y che ho reclutato nel momento del concepimento fra le fila dei miei geni mi impedisce di essere obiettivo. lascio perdere, soddisfatto comunque di aver evitato la doppietta di x. cerco qualche altra statuina fra il campionario a disposizione. sembra pieno di copie fatte con lo stampino. 

"oh sfigato mi stai ascoltando?"

la voce della mia amica mi desta da questa divertente occupazione. lei è una di quella a posto. mi accorgo che la mia sigaretta non dura mai abbastanza. o forse dura troppo. comunque no, non la stavo ascoltando. credo sia colpa della mia y...

9 novembre 2008

Wonderful day...

mi sono svegliato presto nonostante la pessima nottata. filato in cucina, la prima preoccupazione è stata bombardare di microonde una tazza d'acqua. il fastidoso suono del forno comincia a lancinarmi i timpani dopo un minuto e mezzo per avvisarmi che terminato con successo il suo compito. adesso è bollente: temperatura grandi ustionati. prendo il té dalla credenza, non dopo un considerevole sforzo per scegliere il gusto ke più si adatta all'umore della mattinata: arsenico con retrogusto di cianuro. è davvero una giornata radiosa. 
preparo la bustina per un doppio carpiato in quella piccola piscina infernale. un sorriso sottile si delinea sul mio volto mentre affogo il misto di foglie secche nella lava fumante che ho davanti. su, giù, su, giù, su giù, su giù, suggiù, suggiù suggiù suggù sggù sgù sù ... plof...
la piccola malefica linguetta di carta si divincola dalla presa delle mie esili dita e urlado "banzai!" cade in quella che ormai è una poltiglia che ha raggiunto la temperatura di fusione dell tungsteno. mi ha fregato. ...una linguetta di carta...

è davvero una meravigliosa, limpida, serena, paciosa, gioiosa giornata di novembre.

5 novembre 2008

Goodbye Crichton...

ero in seconda media e l'anno scolastico era iniziato da poco. avevo appena terminato di leggere la trasposizione letteraria del film "Godzilla". lettura leggera, fantascienza spicciola ed immediata. arrivato a scuola, mi sono diretto con passo spedito alla piccola biblioteca dove ero costretto a trovare la mia dose mensile di letteratura. la vecchia bibliotecaria dall'alto dei suoi capelli sbiaditi mi ha guardato male quando ho finito di esporgli la mia ultima conquista cartacea. gli occhi spaesati quando ho chiesto "qualcosa di simile, visto che mi è piaciuto". non c'erano molti libri ma ricordo chiaramente l'attimo in cui si è chinata e da un angolo che sembrava così lontano ha tirato fuori un libro enorme con un fossile stilizzato disegnato sulla copertina. "secondo me può interessarti", le sue ultime parole. "ci do un'occhiata", le mie. riluttante lo sistemo sotto il braccio e me ne torno in classe. credo di averlo terminato nel giro di una settimana. enorme... "jurassik park" è stato il libro che mi ha fatto conoscere michael crichton. dopo sono seguiti "sfera", "andromeda", "congo", "punto critico", "il mondo perduto". tutti divorati. altri invece sono ancora da terminare, dimenticati nella mia libreria.

storie affascinanti le sue. storie magiche, costruite con sofisticata maestria. storie che hanno ispirato interi temi di italiano, influenzato anni di scritture infantili ed immature. storie che non possono essere dimenticate. storie che mi hanno accompagnato per tanto, tanto tempo.
Goodbye Crichton...

4 novembre 2008

Nostalgy

mi sto esibendo in un silenzioso spettacolo di giocoleria e nessuno è lì ad osservare le strambe figure che disegno con le sfere variopinte. lo stereo suona forte, abbastanza per disturbare i vicini. fuori uno scanzonato burolone si diverte a rovesciare sulla città ormai paralizzata innumerevoli gocce d'acqua e le nuvole giocano a nascondino con il paesaggio. è come essere sospeso in un posto sconosciuto. le mirabolanti acrobazie cominciano a diventare meccaniche e noiose: gran finale, qualche applauso distratto, buio. sbadigliando, cerco rifugio in qualche vecchia pagina di fumetti. l'occhio attento ripercorre le buffe figure disegnate. scopro i denti più di una volta perchè e difficile resistere all'ilarità di quelle idiozie fanciullesche. divertito chiudo a chiave nella memoria qualche battuta in caso di emergenza in un prossimo futuro. la fame sta prendendo a pugni il mio stomaco come se fosse un sacco da allenamento. panino di rito speck e formaggio. bicchiere di rito pieno di zuccheri raffinati. oggi è il "nostalgic day", sembra. non resisto a rispolverare qualche vecchia gloria dal cassetto dei videogiochi. gioco fino a perdere la terza dimensione, vedo solo colori a 16 bit, idraulici grassocci e dinosauri viola mi parlano a gesti, mangio funghi rossi e verdi, salvo la mia principessa con il suo signorile vestito rosa. che bel mondo qui dentro. spengo tutto. i piedi tornano per terra.

... ... ...   ... ... ...   ... ... ...

impatto imminente: futuro prossimo. emergenza... dove avevo messo la chiave?


20 ottobre 2008

Autumn

scritto in un polveroso e malconcio taccuino in un pomeriggio di fine agosto:

sembra che l'estate stia per finire. a breve, prima che l'occhio veda il cambiamento, le foglie degli alberi si incendieranno. al termine della stagione calda bruciano in centinaia di tonalità differenti: caldi colori che giocano con gli ultimi raggi di sole. è il serpente della passione che infiamma le fronde esili e placide. stancamente trascina la sua malinconia; dispiega il suo dramma personale alla nostra vista. pellegrina senza meta, maledendo il suo essere soltanto puro sentimento, irrazionalità devota al martirio. eppure il grido silente che risuona laconico non rieccheggerà in eterno. presto nell'aria cadranno gocce di fuoco, un pianto incandescente tornerà alla terra da cui proviene, senza resistenza alcuna. quei fiocchi roventi moriranno una volta ancora nel loro pietrificarsi. cromie cangianti lasceranno il posto a cruente tinte mortifere, crisalidi cristallizzate pronte ad infrangersi ad ogni passo.

19 ottobre 2008

Dance

dolci soffici petali danzano nell'aria dipingendo un fuoco rosso inferno. volteggiano malinconici ed imprevedibili in ogni direzione. disegnano paesaggi sconosciuti all'anima sincera che li osseva ed avidamente li invidia: brama la loro segreta bizzarria piangendo attraverso occhi di puro cristallo. immagina viaggi pindarici in ogni luogo remoto e nascosto e l'irraggiungibile tristezza riflessa nell'iride del composto spettatore filtra attraverso le gote su cui si infrangono le lacrime colorate di azzurro celeste. diamanti dorati dall'ultimo sole come tombe testimoniano il passaggio di qualcosa di importante. urlano la loro impotenza fino a perdere voce. gridano per sovrastare il rumore dei fiori che li circondano.


cosa cerchi? domandano curiosi i petali al composto osservatore. ma le palpebre sono immobili ed i timpani non vibrano. perchè non c'è più ragione per osservare il mondo. cosa cerchi? domandano innervositi. conoscono gia la risposta quegli indomabili interlocutori. leggono ogni riflesso di quegli occhi palpitanti che ormai non hanno più il coraggio di aprirsi. leggono la gioia dell'espressione incredula ed infantile.


dolci soffici petali danzano nell'aria dipingendo un fuoco rosso inferno. continuano a danzare anche quando nessuno li osserva perchè non c'è più nulla da poter rapire. non c'è più niente che possano risvegliare perchè hanno mostrato l'irraggiungibile da cui non si può fare ritorno. ed avvolgono ogni cosa.

5 ottobre 2008

Happly ever after

non ho mai creduto nel lieto fine. le esperienze stratificate controvoglia nei lunghi anni hanno disilluso i miei occhi carichi di allegre visioni costringendoli alle lacrime. ho bagnato ogni limbo di terra sempre con il sorriso perchè in fondo, da qualche parte, c'era la convinzione di essere comunque fra quelli fortunati. quelli che forse perdono tutte le battaglie contro i mulini a vento ma comprendono che se non si può trovare la felicità alla fine della storia alemeno gioiscono vinvendola. non cerco più di soprassedere gli eventi. guardo attentamente non facendomi ingannare e perdono il fatto di trascurare i dettagli non sottuvalutando la loro importanza. osservo perchè la parte che adesso preferisco non è l'arrivo ma quello che trovo nel frattempo. 

non ho mai creduto che ci sia un lieto fine. solo che prima o poi si termina al meglio che si può. solo che nell'interagire sta sospesa la percezione dell'esserci. solo che prima o poi si è preparati ad ogni avvenimento e so di crederci anche se non è vero fino in fondo. la velocità del susseguirsi degli eventi porta a crepitare il cervello. scricchiola: striduli suoni, incespica, vomita, piroetta; e giace. effetti collaterali della stabilizzazione. 

tra poco sarà un fuoco continuo dove le accezioni delle parole perderanno il loro significato. cromie calde e avvolgenti invaderanno le strade e a me sta bene così. perdersi ancora una volta in questo spettacolo pirotecnico significa non essere ancora stato contaminato o affrontare le dialisi dell'anima con l'allegria che ci contraddistingueva. 

non c'è il lieto fine. non c'è mai stato. e sono felice in ogni caso.

27 settembre 2008

clowns are dangerous

qualcuno sta rubando del tempo ai giovani volenterosi. ridacchia e scherzucchia con infida simpatia. achitetta ogni cosa pensando di poter governare ogni discorso dall'alto della sua evidente anzianità. incanta per la sua conoscenza del metodo ma fa tremare per l'asimmetria delle parole. 
proponiamogli uno scambio... a questo pagliaccetto! proponiamogli di fare a cambio per qualche settimana. in posti dove con le grandi personalità stanno uccidendo lo spirito di chi vuole imparare. dove è finito il "Fare"? ipnotizzati e sfruttati stiamo rincretinendo fino a non avere più nulla da dire e anche se fosse forse nessuna forza in corpo per esalare il nostro ultimo giudizio. 
pagliaccetto... facciamo a cambio perchè forse posso rispettarti ma non ho intenzione di condividere quello ke mi vieni a dire...

12 settembre 2008

anonymous love

non volevo neanche entrare. sapevo che non sarebbe cambiato nulla. sapevo che non avrei trovato niente. solito arido deserto condensato in cumuli di stracci e stoffa e plastica. 
adesso non riesco più a scordare quei due iridi raggianti di un verde scuro così intesno che hanno ferito, prevaricato i miei timidi occhi acquamarina; il caschetto castano che seguiva impertinente ogni piccolo movimento del capo; qualla punta d'argento che spuntava appena sopra il labbro superiore così irriverente e composta alla stesso tempo. sinuoso movimento d'anche che mi ha accompagnato fra le dune variopinte di indumenti e targhette di marche ricercate: dolce straniera così naive dai modi aggraziati e gentili.
ipnotica visione di sonagli e cenere, grano ed erba impossibile da dimenticare. immagine romantica color sepia patinata dal tempo trascorso troppo velocemente e per questo graffiata ma non imbruttita. 
credo che un giorno di questi mi tufferò ancora alla ricerca di qualche capo d'abbigliamento educato e di buone maniere sperando di trovarti dall'altra parte del bancone... 

26 agosto 2008

it's been awhile

è passato un po' di tempo dal mio ultimo post. non posso farci molto purtroppo. le vacanze e gli esami hanno risucchiato avidamente ogni secondo lasciandomi senza vie di scampo. una trappola perversa architettata con sapiente maestria dal mio diventare grande. i miei occhi luccicanti imploravano pietà ma questi mostri non si sono lasciati corrompere. è stato anche piacevole, lo ammetto. camminare per le vie illuminate di praga rincorrendo ogni volto sconosciuto. lasciarsi guidare dalle atmosfere soffuse dei pub e dei locali alla scoperta di visioni caleidoscopiche che facendo boccacce risvegliavano dal torpore dei lunghi tragitti quotidiani.
ci vorrà ancora un po' prima di poter scivere con regolarità. chiedo scusa ai pochi che con fiducia seguono le assurde vicende del mio microcosmo.... nn ci vorrà molto. pazientate.

24 luglio 2008

glam

stress pre esami. stress post esami. stress pre università. stress post università. come un trottola caleidoscopica giro tutto il giorno correndo e bofonchiando, stordito e ammansito dal vorticare della mia testa. rimbalzo ad ogni angolo, sbattuto fra la folla, strabuzzo occhi e faccio linguacce. Inarco sempre il sopracciglio destro perchè con il sinistro non sono capace. ma racconto sottili bugie, frottole sapientemente costruite che raffinano la verità perchè grezza è troppo scialba per essere sia raccontata che udita da increduli avventori. Sono famelici e ingordi e poco sopportano la mia avarizia linguistica. Da introverso giramondo preparo succulenti bocconi per abbindolare questi nomadi incoerenti. luoghi e avventure non cito, nè radiose atmosfere. scarni e tetri paesaggi delineano le mie ferre parole e per questo il disgusto deforma le facce dagli attenti uditori. sempre loro erranti nomadi macchiati di caffè e di nicotina. mi aggiungo al loro gruppo, camminando all'indietro.

3 luglio 2008

Words

ho ritrovato un vecchio pezzo di carta con incise queste parole. sinceramente, non ricordo a chi fossero dedicate...

Dovevamo rubare parole alla silenziosa notte
Ingannando le nostre passioni
Tremare di terrore ad ogni sussurro
Per poi rinascere più temprati
Nella più colorata primavera delle nostre anime
E come rugiada scomparire al calore delle stelle
Dalle calde foglie autunnali

19 giugno 2008

fallin' down...?

questa volta sono caduto male. fratture multiple in tutto il corpo. forse non è nulla di grave, forse ci vorrà del tempo per riprendersi. la diagnosi è incompleta ed approssimativa. sulla porta leggo solo prognosi riservata. è stato come se le gambe fossero cedute a una decina di metri dal traguardo. culo per terra: seconda volta (e nn sono bravo a contare...). ci si rialza, non preoccupiamoci... ... ... ... forse...

30 maggio 2008

rain

dardi violenti scuotono il cielo mentre i sordi rumori delle gocce che rimbalzano sulla guaina del tetto ritmano la mia giornata. come un cieco osservo tutto quello ke di morto mi circonda, offuscato dal vivo tratteggio che delinea la pioggia, fitta e scura. ogni rombo che risuona nel vuoto della mattinata fa incrinare il mio sterno, contorcere il diaframma. allo specchio le stesse figure tristi di ogni volta; si assumono le proprie colpe. senza mai dimenticare che qualcuno deve fare la strada per altri. senza mai dimenticare che qualcuno vale più di altri. senza mai dimenticare che non si vale mai abbastanza. come un cieco osservo tutto il mondo e vedo grigio e bianco e nero. dal fondo del mio pozzo la luce non si percepisce ma le gocce arrivano comunque violente sulla mia faccia cerata. seduto, incatenato di prorpria volontà, riposa l'orgoglio del gladiatore. l'acqua raggiunge la gola ma non un cenno, non un grido. è una primavera dell'animo triste e malinconico. stringe il pugno e maledisce se stesso. acqua. buio...

23 maggio 2008

fire

sparirà ogni cosa dalla mia mente. farò pulizia, riordinerò cassetti e scaffali. cullerò le cose importanti e brucerò ogni lascito inutile. sarà un grande falò che irradierà ogni angolo buio ed alimenterà il desiderio di spazio libero. crepiterà con forza emettendo sordi rumori e scintille vive come la stessa fiamma che le avrà prodotte. sento già il calore svilupparsi ed esplodere nel silenzio. i timpani sanguinano per il forte rumore, ma la cosa non ha importanza. guariranno come tutte le altre cose.

16 maggio 2008

broken...

comincio a credere che se esiste un dio deve avere un sarcasmo molto sviluppato. un'ironia pungente con la quale gioca allegramente complottando in segreto alle spalle delle vite mortali. forse è solo uno sfogo per reprimere la consapevolezza delle proprie responsabilità. forse è solo il rigetto dell'imprevedibilità che contraddistingue questo piccolo mondo. ricordo la spilletta che avevo attaccata allo zaino quando ero alle medie. diceva :"shit happenz!".

quanto aveva ragione....

24 aprile 2008

choices

alla fine si riassume tutto nelle scelte che facciamo. cosa, dove, come e con chi... e quando le idee sono conufuse e rumorose e le risposte tentennanno nel loro lento delinearsi mi chiedo se sia meglio non scegliere del tutto.
assaporo la nuova situazione per cercarne almeno un lato positivo: le molte sfaccettature sono lucide e brillanti. i miei occhi viaggiano da un punto all'altro rapiti dalla frenesia dei riflessi colorati. la caleidoscopica visione irraggia il mio viso con le più dissimili cromie e per questo confonde le sensazioni che bombardano i miei neuroni. il mio corpo rivela un'estatica espressione di pazzia che dolcemente oscura per un attimo infinito quella che chiamiamo ragione.
e adesso, cosa faccio....?

21 aprile 2008

precious...

delle volte le cose a guardarle bene sono proprio strane. quanti dettagli che fanno la differenza se si sommano tutti. spesso hanno più importanza le piccole quotidianità che i grandi avvenimenti...
le giornate possono cambiare letteralmente verso quando arriva l'inaspettato. non serve molto: può essere il sorriso della ragazza che ti interessa (o più spesso il fatto che questa non ti sorrida affatto); qualcuno che ti da ragione quando sai di averla, scoprire i tuoi amici e quelli che in realtà non lo sono; l'sms del compagno che non sentivi da tempo; scoprire che tua madre ha nascosto in dispensa i biscotti ripieni ed è proprio l'ora di merenda e altre cose che sicuramente vi saranno capitate ma che ora non mi saltano alla mente. sono tante piccole meraviglie che crepitano come il fuoco d'estate e brillano come i riflessi degli alberi sull'acqua.
chissà che effetto vi farà questo post?


to be continued...

18 aprile 2008

broken

voglio credere che ci sia ancora una speranza per riaggiustare le cose. mi serve una specie di attaccatutto o qualcosa di simile. solo che le crepe continuano a vedersi. restaurare non è mai stato il mio forte. aggiustare pure. rompere invece mi viene benissimo. è il mio cavallo di battaglia. una dote, un dono di natura... che natura di...
va puntualizzato un fatto, non lo nego. spesso si rompono le cose in due. uno tira da una parte e l'altro fa resistenza nella direzione opposta. alla fine sono cocci amari, sempre e solo cocci amari. come diceva un mio amico.. "occhio che se no sono volatili per diabetici".

ma, se davvero si è in due, poi di chi è la colpa? e se da due si diventa tre, quattro, cinque, duemila, un milione...

perchè una colpa dobbiamo trovarla per forza. non possiamo ammettere che "tutto va come deve andare". abbiamo sviluppato un sottile, comico senso di deresponsabilizzazione, alle volte votato al masochismo... e comunque alla fine sono cocci amari...

un secondo che prendo la colla... forse riesco a recuperare qualcosa...

10 aprile 2008

wisdom... ?

è abbastanza strano rendersi conto di quanto tempo sto sottraendo alle cose davvero importanti. cercare disperatamente repentine distrazioni luminescenti è ormai abitudine se non mania. rimandare è un vezzo che ho acquisito con estrema disinvoltura. è più semplice piangere perchè il sole ti offusca la vista che per l'infelicità del fallimento. quando le buone notizie tardano ad arrivare preferisco isolarmi dal mondo e ritrovare la mia giusta dimensione. qualche posto dove nessuno possa raggiungermi per pensare a tutto quello che è accaduto, quello che sta capitolando qua intorno e tutto quello che potrebbe accadere. precipitare in un vortice temporale e vedere distorcere ogni avvenimento per percepirlo così nella misura corretta e poterlo giudicare senza sovrastrutture. poter capire davvero cosa è successo ed il senso di tutto e sentirlo pulsare in ogni vena del corpo. il pugno stretto è sintomo di guarigione ma tutto potrebbe peggiorare ancora una volta. quando mancano le buone notizie crollano le certezze ma si riacutizzano i sensi.
apnea...

5 aprile 2008

balance

guardo in ogni direzione per cercare una via d'uscita. la cosa curiosa è che riesco ad intravederne più d'una allo stesso tempo. credevo di essere ormai imprigionato in questo posto sconosciuto. come al solito mi sbagliavo... ho cominciato a fare un po' d'ordine raccattando cose qua e la, alla ricerca di un disimpegnato equilibrio. instancabile cercatore di significati quando ogni legge è fondata sull'imprevedibilità della pazzia: destinato a perdere e condannato a vincere. ma non divaghiamo in storielle infantili. il volto si copre di vergogna diventando rosso fuoco e il senso di inutilità si amplifica risuonando gretto e meschino alle orecchie più attente e sensibili. le convulsioni sono attenuate dalle medicine ma il medico deve aver sbagliato dose perchè ogni volta rischio di prendere sonno. e come ogni sonnambulo che si rispetti cammino senza coscienza.

30 marzo 2008

io voto no!

"questa Italia non c'è, si è suicidata. si è specchiata troppo e si è ammalata." *


quale spettacolo meraviglioso prende vita davanti ai nostri occhi... per le elezioni 2008 i nostri amati politici ci stanno riservando uno show di incredibile spessore.
in un paese allo sfacio, difficile, problematico, la crisi dilagante - sintomo di una cattiva gestione e di un disinteresse comune ai problemi nazionali e non - dovrebbe venire affrontata in modo serio e responsabile dalla classe politica, cercando un'intesa ed evitando le corse alle poltrone. evidentemente è chiedere troppo quando il buon senso scarseggia.

allora la domanda sorge spontanea: io chi voto?

voto la santanchè o le sue labbra al silicone? voto berlusconi e la sua mafia? voto veltroni, il politico che non doveva fare più politica? bertinotti, il comunista coi vestiti da mille euro? ferrara, col grasso al posto del cervello? e boselli, de vita, d'angeli, ferrando, fiore, del luca, montanari, rabenino, stefanoni e ferrante? dove sono? dove si vedono? chi li ha mai sentiti? chi gli da voce? la politica è ormai nonnismo, l'informazione è disinformazione!

quasi verrebbe da cercare sulla scheda elettorale il partito "pilu e cemento armato". almeno cetto te lo dice chiaramente: "into u culo agli elettori! into u culo alla speranza!".

in alternativa io voto scheda nulla: io voto no!


*bella italia, tre allegri ragazzi morti

27 marzo 2008

stuck

che strana sensazione percorre oggi il mio corpo. si insinua nella mia mente come una serpe e sibila parole di difficile comprensione ma che riflettono percezioni perfettamente delineate. i loro contorni spessi si sciolgono come cera dilagando sul pavimento e riempiendo l'orizzonte di colori densi e scuri.
la mia barba è lunga e punge ogni parte del corpo. gli occhi scavati per la mancanza di sonno implorano pietà. comunicano ogni piccola variazione di umore ma tutta la folla sa vedere solo le occhiaie e la stanchezza. colori cangianti ravvivano lo spirito corroborandone l'essenza.
che strana sensazione ha percorso oggi il mio intero corpo. era come essere un vagabondo emarginato davanti alle più lussuose vetrine di moda dove tutto costa troppo per tutti. fermo e immobie con le pupille fisse, puntate sugli abiti raffinati e ricercati. guardavo quello che non sono riuscito ad avere perchè nonostante gli sforzi il culo tocca ancora per terra e il dolore pervade ogni singolo nervo del mio corpo.
tutto ciò che mi circonda serve a distrarmi. è una sorta di sovrastruttura costruita ad arte per incantare e stupire e affaticare. esorcizzo ogni pensiero vivo per rielaborarlo come un automa. so cosa fare e come farlo perchè la legge di un dio minore è stata impressa a fuoco nei nostri pallidi cervelli. soffoco ogni tumulto per non affrontare un altro canto del cigno, quando in realtà sto già vivendo agonizzante in mancanza di ossigeno.
il tempo non chiede all'uomo sacrifici ma solo iniziative coraggiose immolate sull'altare della felicità. il tempo richiede movimento, mutamento, metamorfosi. che offesa gli sto facendo...
il dolce cullarsi nel proprio dolore è così indispensabile che non posso farne a meno. meglio non rischiare: si potrebbe anche vincere, per errore... meglio continuare a giocare alle belle statuine... "che fattezze vuole assumere oggi?" quelle del vagabondo con il culo per terra, mi sembra ovvio...
nel caso ve lo stiate chiedendo, sto fissando... ancora...

26 marzo 2008

reason to believe

reason to believe for free: promessa mantenuta
voto: 10+

buon sound, ritmi veloci e non troppo melodici che si susseguono per quattordici tracce di buon livello. era ora...
inoltre è disponibile il download di una bonus track dal loro myspace. unica condizione: come al solito essere utenti registrati!

19 marzo 2008

the western world

manca meno di una settimana al 25 marzo, data in cui i pennywise distribuiranno gratis il loro album in formato mp3 agli utenti myspace (registrarsi è facilissimo e gratuito). in attesa dell'evento potete gustarvi il nuovo singolo "The Western World" (il testo è reperibile sul loro myspace). le prospettive per un nuovo successo sembrano esserci tutte!
occhi puntati sul calendario dunque, perchè questa incredibile opportunità (più che altro legale...) durerà solo fino all'8 aprile. preparate i lettori!
piccolo aggiornamento: ora tutto l'album è disponibile in streaming sul loro myspace! gia ascoltato in gran parte... merita. (22/03)

15 marzo 2008

time, time, time...

alle volte mi piacerebbe poter giocare con le leggi del nostro universo. modificare il corso degli avvenimenti, alterare la percezione temporale, distorcere la recettività dei cinque sensi. premere semplicemente il tasto "rewind" per cambiare ciò che è stato. rallentare il frenetico ticchettio degli orologi per farmi cullare dalle onde del silenzio. deformare lo spazio per trovare la mia giusta misura. ritrovare i colori assopiti nella monocromia dell'inverno. scoprire forme vive che nascono dalle forme inerti, come piccole matrioske che nasconodono dentro se il mistero del conosciuto. crittografare ciò che non voglio far conoscere agli altri e mostrare tutti i sentimenti e le parole e le note del mondo. vincere le leggi della prospettiva e della geometria per creare rappresentazioni incoerenti piene di significati. e chiudere a chiave ogni cosa preziosa prima di perderla nell'aggrovigliarsi delle strade che non porteranno in alcun posto.

8 marzo 2008

Winter

è tornato improvvisamente il freddo. ha travolto la città con il gelo delle raffiche di vento che vorticano fra le vie. quella delle magliette e degli occhiali da sole è stata solo una comparsata: sono rispuntati i cappotti ed i berretti, sciarpe e guanti, bestemmie ed imprecazioni. pazze idii di marzo hanno sconvolto gli umori e le speranze degli intramontabili vacanzieri che odiano i fiocchi di neve e la morsa dell'inverno. fitte nubi nascondono gli agognati raggi solari precludendo al mondo la vista del cielo, chiudendo la città nel suo imperturbabile silenzio. timidi goccioline di soffice pioggia sono precipitate sui selciati delle strade rendendole scure e scivolose. guardo tutto questo da dietro la finestra, scarabocchiando su dei fogli bianchi. la grafite lascia dei solchi profondi sulla carta che la gomma non riesce a cancellare. piccole e lunghe e lucide incisioni di pazzia che corroborano lo spirito segreto e nascosto del piccolo genio creatore. si occulta sapientemente il piccolo ipocrita rifugiandosi nei luoghi più sereni e invisibili, in nicchie e anfratti dimenticati, in pertugi di lontana memoria. che gioco ha in testa questo folletto dispettoso? quale verità cela quella sua risata sincera? forse, non è dato saperlo...

3 marzo 2008

Requiem

senza più parole affido le mie riflessioni al rumore del silenzio che vorticando frantuma il mio cervello. il cielo oggi era sereno terso e puro eppure sentivo il fulmine e vedevo il tuono. allucinata sinestesia di una malinconica primavera. le gocce cadono in un vuoto profondo e per questo nessun onda sonora viene prodotta da impatti inesistenti. la mia t-shirt preferita si sta asciugando a fatica nel tepore pomeridiano. ad ogni lavaggio la sua tessitura peggiora ed i suoi colori sbiadiscono ma io la sento sempre più bella. allucinata sinestesia di una malinconica primavera. le regole della geometria giocano con i miei occhi e per questo non riconosco i contorni delle cose ma ne percepisco la sostanza e l'essere. poche cose vere ma tangibili ad un improbabile sesto senso. allucinata sinestesia di una malinconica primavera....

28 febbraio 2008

"I believe the world is burning to the ground"

alle volte è difficile descrivere un'emozione. c'è chi riesce a metterla in musica, chi si affida a mirbolanti avventure cromatiche e chi cerca semplicemente di ritmarla con le proprie parole. per chi non sa comporre o disegnare, la soluzione è perciò ovvia. ma non sempre il risultato è assicurato. quando mi trovo davanti ad una tastiera o ad un foglio di carta mi sembra sempre di essere come un bambino alle prime armi con le sorprese della vita. goffo ed impacciato essere minuscolo che gioca con il mondo aspettando di crescere. sono tentativi maldestri i suoi, spesso fallimentari. nonostante tutto l'allegria della scoperta è sempre dipinta sul suo volto.

anche le parole di tanto in tanto non vogliono uscire. ti abbandonano al silenzio. cercando di modulare un qualche suono le corde vocali sanguinano e la bocca si impasta del liquido denso e vermiglio. è un'apnea di significati dove sfugge anche la più banale definizione. le declinazioni si aggrovigliano nel cervello creando rumorosi ingorghi che rallentano tutti i pensieri. le articolazioni scricchiolano sotto il peso degli aggettivi e degli avverbi, granitici macigni di conoscenza.


"Can you tell me what was ever really special about me all this time"


qua le cose non stanno andando molto bene. forse è solo una questione di percezione. i sensi sbandano e deragliano sotto l'alluginogeno effetto degli stimoli esterni. le coordinate non sono più precise come una volta ed il senso di smarrimento penetra a fondo nelle ossa facendo digrignare i denti.


"I started running but there was no where to run to"


i posti dove nascondersi si sono esauriti con il passare del tempo. prenotati, occupati, distrutti. dove posso rifugiarmi per dare tregua alla fatica che impregna il sudicio vestito che porto? basterebbe una piccola nicchia dove accoccolarsi per qualche attimo; qualche prezioso attimo.


"I sat down on the street and took a look at myself "


riflettere è un atto estremamente pericoloso ed estremamente utile allo stesso tempo. le cupe figure che incontro nelle peregrinazioni pindariche non hanno nulla di rassicurante. sono spettri votati all'autofustigazione che perdurano nel loro triste intento. preferiscono sanguinare che curare le loro profonde ferite. sono illusioni statiche che non muovono passo alcuno. non hanno occhi, retine sensibili e recettive e per questo rinunciano a vedere; come se la risposta dei sensi dipendesse solo dalla presenza di tessuti organici.


"Say your goodbyes if you've got someone you can say goodbye to"


avrei voluto poterti salutare ancora una volta. dirti uno o due segreti che custodisco gelosamente più per orgoglio che necessità. giocare con le lettere come con i tasti di un pianoforte non è più diveretente come un tempo ma regala ancora qualche emozione scaricata sui nervi sotto forma di endorfina. ieri pensavo che le foto ingialliscono con il passare dei secondi alterando l'autenticità del ricordo ma rendendolo così più dolce. suppongo di avere un diabete cerebrale che impedisce di assaporare questa ambrosia. mascherare la malattia non aiuta a guarire, dicono i medici. ma mostrarla svilisce ogni sentimento.


"There is no one on the corner and there's no one at home"


erano tutti lì ad aspettare con me ma il vuoto del momento ha risucchiato ogni frase di conforto. poi è imploso violentemente allontando tutti. gettare qualche parola o battuta di compagnia non risulta così difficile. è qualcosa simile al recitare. passerà prima o dopo, dicono che basta dare tempo al tempo. anche se ogni giorno quando il sole brucia dietro le montagne sento il conato della mancanza che spinge sulla bocca dello stomaco. adesso è difficile dire se le cose stanno andando bene o male. diciamo che vanno. punto.


27 febbraio 2008

Why black? parte seconda

qualche informazione in più riguardo la faccenda è doverosa, e ringrazio Andrea per avermelo fatto notare.
a quanto pare la faccenda dello sfondo nero funzioa solo per monitor CRT (il "buon" vecchio tubo catodico), mentre per gli schermi LCD sembrerebbe addirittura più dispendioso dell'ormai famoso sfondo bianco.
complessivamente cmq si riscontra un discreto risparmio di energia in quanto il sistema CRT risulterebbe adottato dal 25% degli schermi attuali ed i nuovi LCD non risento così marcatamente della differeza rispetto ai primi modelli. sembra dunque che in un certo senso il nero sia una discreta soluzione... anche se ovviamente i veri problemi sono sono altri!

23 febbraio 2008

25.03.08, Pennywise rulez!

dopo anni di incredibili successi nell'ambiente underground del punk i pennywise continuano a stupire. ecco un'altra rivoluzione promossa dalla band di hermosa beach: dal 25 marzo lascieranno scaricare dal loro myspace gratuitamente il loro nuovo album"reason to believe" in formato mp3 ad alta qualità, artwork compresi!
unica condizione: essere registarti come utenti myspace ed aggiungere agli amici textango. tutto risolvibile con un paio di click sul web (io ho già provveduto!).
rimane una sola domanda.... cosa state aspettando?
p.s.: per i più impazienti è già disponibile il primo singolo, "something to live for"

'cause i don't want to be rescued

a che punto siamo del tragitto? continuo a chiedermelo ripetendo la domanda come una lenta litania quasi sacrale nei suoi intenti più nascosti. e c'è un senso che non riesco a percepire ma che pulsa dovunque sia la risposta. qualunque luogo è giusto, non esistono coordinate nell'universo dell'ignoto... è come ritrovare il finale di ogni storia scritta nelle piccole quotidianità senza smettere di stupirsi. girovagare nella spirale della conoscenza per perdersi lungo la retta via, che prima o poi tutti smarriscono per volontà o per ignoranza. non c'è fine nel principio e nello svolgimento ma un ricorsivo rincorresi di significati diversi per ogni girovago. siamo tutti storditi dal girotondo ma rifiutamo di fermarci perchè fermarsi è prendere coscenza di tutto mentre il niente continua a rimarginare ferite. e allora vale pena di distruggersi ma senza dare nell'occhio e senza subire il contraccolpo che il coraggio è poi un'altra cosa. è come "vedere le stelle ma non il cielo", passare senza sosta attraverso infiniti viaggi pindarici di allucinogena memoria, ma sempre e cmq senza disturbare per evitare la commiserazione gratuita degli altri viggiatori che la prima classe non vuol essere distratta da musica e danze e banchetti e teatrali rappresentazioni così tristi nel loro imitare la realtà che le lacrime preferiamo sprecarle per qualcosa di maggior spessore. la sofferenza non è ciò che proviamo ma gioia non si può cmq chiamare per nn indispettire i saggi ed i saccenti che sotto gli occhi di tutti parlano senza cognizione del tempo e dello spazio che almeno quelli per una qualche esperienza dovebbero riconoscerli, ma pretendere non portrerà alcuna liberazione intellettuale perchè gli schiavi godono della loro posizione e non si vergognano degli stracci che indossano uccidendsi ad ogni decisione non presa fino alla resurrezione che sopraggiunge prima della morte come per ogni timer che segnala con un pungente sibilo il principio di tutte le terminazioni. ed il timpano finalmente vibra. oh... se solo continuasse a vibrare per tutta la transizione... che peso da portare... saremmo tutti chini e curvi e storpi e impazienti. in cosa ci trasformeremo? forse in scarafaggi di kafkiana memoria per poi ucciderci a vicenda senza dimenticare che lo stiamo già facendo perchè registreremo ogni singolo dettaglio. è pura degenerazione per le troppe scariche che sovraccaricano le sinapsi, una tempesta elettrica che si abbatte su ogni singolo neurone che vive nella memoria di un tempo migliore. ma farà brutto ancora per molto, le cose non miglioreranno perchè gli avvenimenti prenderanno il sopravvento e catapulteranno ogni cosa nel vortice di una gravità superiore che triturerà ogni atomo dell'universo conosciuto. e i nostri occhi staranno immobili e frenetici a gurardare nel silenzio della confusione e delle esplosioni e della tregedia che verrà ricordata con affetto dai posteri che il futuro è sempre migliore ed il passato scomodo o il contrario o comunque...
i cantastorie narreranno le vicende e i menestrelli comporranno le loro ultime e nuove e vere canzoni facendo attenzione a non mistificare il senso profondo che porteranno le loro parole e le loro note ne dolci ne amare. racconteranno ogni dettaglio senza ricordare nulla che nulla va ricordato per poter gurdare le cose dall'alto della nostra innocenza. e nel finire risplenderà solo il torbido oblio che ogni essere ricerca con forza e disperazione.

Why black?

perkè lo sfondo nero? lo so ke sembra alquanto dark... ma la vera ragione è un'altra!
fatevi un giro su google-black e troverete la risposta. le iniziative come queste si sprecano ormai (vedi anche black-google, molto più bello ma con nessuna spiegazione al riguardo...)
non so quanto durerà, ma credo che il nero sarà lo sfondo di questo blog per parecchio tempo!

22 febbraio 2008

A new era begin...

era da tempo ke mi promettevo di cominciare a scrivere con blogger... a quanto pare è arrivato il momento. chiedo subito scusa, perkè mi devo ancora abituare alle nuove vesti. ad ogni modo...

comincia una nuova era!