30 maggio 2008

rain

dardi violenti scuotono il cielo mentre i sordi rumori delle gocce che rimbalzano sulla guaina del tetto ritmano la mia giornata. come un cieco osservo tutto quello ke di morto mi circonda, offuscato dal vivo tratteggio che delinea la pioggia, fitta e scura. ogni rombo che risuona nel vuoto della mattinata fa incrinare il mio sterno, contorcere il diaframma. allo specchio le stesse figure tristi di ogni volta; si assumono le proprie colpe. senza mai dimenticare che qualcuno deve fare la strada per altri. senza mai dimenticare che qualcuno vale più di altri. senza mai dimenticare che non si vale mai abbastanza. come un cieco osservo tutto il mondo e vedo grigio e bianco e nero. dal fondo del mio pozzo la luce non si percepisce ma le gocce arrivano comunque violente sulla mia faccia cerata. seduto, incatenato di prorpria volontà, riposa l'orgoglio del gladiatore. l'acqua raggiunge la gola ma non un cenno, non un grido. è una primavera dell'animo triste e malinconico. stringe il pugno e maledisce se stesso. acqua. buio...

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