oggi non ho un motivo preciso per scrivere. sto seduto davanti allo schermo e mi diverto a giocherellare con i tasti, mentre un po' di apatia spazia nella giornata. ho davvero poca voglia di cominciare a fare qualsiasi cosa: non ho messo l'acqua della pasta a bollire, non ho tagliato la verdura, non ho aperto un libro, sono rimasto in pigiama. per risparmiare tempo ho aperto un paccheto di crackers, ho fatto un paio di telefonate, acceso una sigaretta senza troppo entusiasmo. pensavo a quel tipo di persone che sanno sempre cosa fare, sanno sempre cosa dire. quelli che vivono d'improvvisazione in modo che niente riesca a sorprenderli, ma sanno comunque assaporare ogni imprevisto. pensavo a come il tempo stia mangiando se stesso rigurgitandosi di tanto in tanto perchè troppo acido e andato a male. pensavo che oggi è una bella giornata e sembra quasi di essere a primavera, e come il freddo punirà questa mia distratta ossevazione. pensavo davvero tante cose, senza troppa attenzione, nel silenzio del mezzogiorno, quando tutti escono dagli uffici e spremono fino all'ultimo minuto la loro pausa pranzo per cercare di dimenticare il posto in cui stanno. i più fortunati tornano a casa dalla loro famiglia, trovano qualcosa di caldo e pronto; i meno si accontentano di un tramezzino. un'insalata, per i salutisti o le donne in perenne litigio con la bilancia. pensavo a come è strano l'intrecciarsi di ogni cosa, come tutto viene frullato e riversato e servito e riservito. è davvero una meravigliosa giornata di pieno inverno che gioca a rassomigliare la mia stagione preferita; piccola burla di un cielo sereno.
28 gennaio 2009
27 gennaio 2009
Bubbleman
il telefono squilla ma non hai intenzione di rispondere. mentre ascolto gli ultimi vagiti sordi dell'altoparlante penso a come mi sono comportato e che non è sempre facile perdonare l'errore di qualcun altro. riattacco, lo slide sbatte con violenza. lancio il cellulare sul letto, l'occhio segue i rimbalzi smorzati sul materasso fino a vederlo fermo faccia a terra.
forse avevi impostato la modalità silenziosa, forse non l'hai sentito per qualche strano motivo. fino a qualche giorno fa giocavo con i tasti, componevo qualche sms nella speranza di ottenere risposta. illuso. giocavo anche con la fantasia, immaginando l'attimo in cui saremo tornati a parlarci come qualche anno fa. allegri e felici mentre il mondo girava su se stesso prendendosi gioco di noi, delle nostre giovani menti.
io e te eravamo proprio come due bolle di sapone che danzano nell'aria. bellissime mentre piroettano assieme, ma quando si urtano, per caso o per necessità, scoppiano, e per questo devono allontanarsi, per poi esplodere comunque e rendersi conto che sarebbe stato meglio farlo assieme. eravamo due uomini-bolla. e ballavamo nel vento, ognuno come poteva.
adesso sembra tutto un po' più difficile, tutto un po' più complicato. mi piacerebbe che ti ricordassi almeno di farmi gli auguri per questi anni che mi porto appresso e che continuano ad aumentare, anche se non mi piace festeggiare. giusto un segno per dirmi che conto ancora qualcosa, che ti ricordi qualcosa di me. come qualche anno fa. una frase breve, di quelle scontate: andrebbe bene anche quello. non so cosa ti risponderei, non sarei preparato. penserei un po' e comunque non riuscirei a dirti quello che vorrei, in ogni caso. come un uomo-bolla mi terrei dentro quello che importa davvero, fino ad esplodere da qualche parte, da solo, in un luogo imprecisato.
16 gennaio 2009
Black & White
credo che alla fine le cose vadano come devono andare. possiamo impegnarci per migliorare le situazioni critiche ma agli imprevisti piace giocare a nascondino, e si occultano nei posti più inaspettati, si divertono saltandono fuori all'improvviso mentre passeggi tranquillo e il cuore sussulta irritato e spaventato. le sorprese invece sono più gentili, si fanno scoprire pian piano, c'è sempre in giro qualche indizio della loro presenza. alle volte costruiscono veri e propri melodrammi con ricercata maestria scenica, dove giocano con i loro personaggi; e le coreografie tristi e lente alla fine si riempiono di drappi variopinti.
credo di essere quel genere di persona che vede le cose in bianco e nero e che difficilmente vede i toni di grigio. non so dire se questo sia un bene o un male. so però che qualcuno riesce a vedere a colori e addirittura, i più fortunati, in alta definizione. ma so anche che, prima o poi, a tutti si distende sugli occhi un velo di malinconia guardando una vecchia foto color sepia, con quei graffi e quelle macchiette bianche che denunciano bonariamente la sua veneranda età.
mi sono svegliato presto con qualche dubbio che girava fra i pensieri e voglia di nicotina nelle vene. avevo la gola arsa dal respiro notturno e sulle spalle il peso degli impegni che sto rimandando. in testa l'immagine della ragazza che sogno da una vita, nelle orecchie canzoni tranquille adatte al coma del mattino, davanti agli occhi una pila di libri. un taccuino aperto sulla cima della piramide di pagine con qualche appunto disordinato scribacchiato a matita. grigio su giallo. o, se preferite, nero su bianco...
2 gennaio 2009
A new year is just gone...
le giunture scricchiolano mentre stiro con noncuranza gli arti superiori ed inferiori. ruoto la testa aspettandomi un "crik-crok" che invece non vuole arrivare, e la cosa mi lascia alquanto deluso. sonno lungo, quello di questa notte. dovevo recuperare qualcosa da capodanno, volevo coricarmi il prima possibile, ma incredibilmente quel mostro chiamato tv ha rubato i miei buoni propositi (ed eravamo solo al 1 gennaio... figurati il resto dell'anno!). non sono affatto un abitue' dei programmi commerciali, ma ieri hanno davvero superato loro stessi. in positivo.
è cominciato tutto con uno spettacolo in diretta, sembrava una cavolata, quelle che cominci a guardare e poi cambi disilluso, sperando che su qualche altra rete ci sia qualcosa di meglio. invece un grande paolini ha saputo raccontare con maestria, emozione e un cenno di divertimento una grande storia. poi sono arrivati jake ed elwood blues, con i loro elegantissimi completi neri, i cappelli di feltro e quegli occhiali che mi piacciono tanto. che stile, ragazzi! e quasi in contemporanea hanno cominciato a suonare musiche psichedeliche e Lui ha fatto la sua comparsa, il grande tyler. un po' di tristezza mi ha avvolto il cuore, motivi futili, storie di altri tempi. una bella rimpatriata, un qualcosa di divertente e commovente. non molto per il primo post del 2009, me ne rendo conto, ma non volevo cominciare in modo esagerato, poi si rischia di deludere le aspettative. per farmi perdonare, una piccola digressione...
dolce 2009, non tradire quelle che sono le speranze di una vita, le attese di ogni giorno, piccoli e grandi, di tutti e di nessuno. per favore, sorridi un po' a questi giorni colorandoli con l'allegria dei momenti migliori e le lacrime dei momenti sinceri. lascia esprimere piccoli desideri e prova ad avverarli con devoto silenzio. non dimenticare la sottile ironia che ha contraddistinto il tempo passato, ma riproponila con moderazione ed intelligenza, so per certo che non può mancare. regalaci sole e pioggia, neve e vento, cieli azzurri e nuvolosi; regalaci emozioni e adrenalina e prendi con avidità quello che ritieni sia giusto rubare. inculca un po' di consapevolezza in questa testa matta ed in tutte quelle che ne richiedono, ma già che ci sei lascia quel poco di stoltezza necessaria a compiere le grandi avventure e consumare le eterne tragedie. qualunque cosa succederà, dovunque deciderai di portarmi, dovunque andremo, insieme o da soli, sarà comunque un anno meraviglioso. comunque vada, sarà...
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