22 agosto 2017

Sunflower (In Loving Memory Of A.G.)



Mi sono sempre piaciuti i girasoli, alti steli immobili nei campi delle pianure. Da bambino pensavo che non potessero mai essere tristi, perché guardavano sempre il Sole. 

Da qualche tempo ci eravamo persi di vista, come capita agli adulti troppo presi dalle loro vite, inseguendo giorni uguali a se stessi. Succede, senza volerlo. Ci vedevamo di rado, scambiavamo qualche parola. Quando ci siamo conosciuti era diverso: le nostre strade si sono incrociate per qualche anno, assieme a quelle di molti altri. 

Non ho avuto modo di salutarti. Mi avevano detto che stava andando tutto bene, come si dice a chi incontri di fretta in strada. Pensavo di avere ancora tempo e mi sentivo quasi un estraneo senza il diritto di ripiombare all'improvviso nella tua vita. Questo lo rimpiango. Ho cercato in fondo alla memoria un'immagine di te, per ricordare com'eri. Tutti mi hanno detto di quanto eri felice oggi, e lo vedevo nelle tue risate rimaste uguali a quelle di quando ti ho incontrata. Io ho dovuto andare più indietro. 

Era il giorno dei test di ammissione all'università. Non conoscevo nessuno, mi guardavo attorno con un po' di agitazione. Tutto quello che ricordo di quel giorno è una ragazza alta e bionda, con un paio di occhiali rossi, in fila con me per un biglietto per il futuro. Non ti ho parlato, allora come adesso mi mancava il coraggio. Un solo pensiero in testa: "Chissà se ci incontreremo ancora?". 

Il primo giorno di lezioni eri lì, unica certezza di quel tempo remoto in cui abbiamo condiviso amici, litigi e serate, per poi dimenticarci pian piano uno dell'altra. Rimaneva qualche saluto, di fretta, quando ci scontravamo per strada. Quando l'unica cosa che riesci a dire è: "Tutto bene".

Se mi chiedessero qualcosa di te, avrei questa immagine. Una ragazza di vent'anni appoggiata ad un muro color avorio di un corridoio, che guarda il mondo da un paio di occhiali rossi e sorride, aspettando un biglietto per il futuro. Come un girasole nei campi senza confine, sempre rivolto verso il Sole. 

"Chissà se ci incontreremo ancora?", mi sono chiesto in questi giorni. Ma so che è già successo una volta, contro ogni probabilità avversa.

Fai buon viaggio, A.


Stefano

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