29 marzo 2009

Unthinkable

difficile dire come andranno le cose. cerco sempre di fare previsioni che puntualmente vengono smentite. se vi torvaste in una sala scommesse con me, prima di chiedermi un consiglio mettetevi in testa di puntare su tutto, tranne quello che vi suggerisco. sarà sfortuna, sarà che alle cose piace fare un po' quello che gli pare e di rado ci si ritrova con un boquet di rose in mano.

immagni catadiottriche lampeggiano davanti ai miei occhi disegnando figure in negativo, accigliate, sorridenti, macchiate di uno strano bluastro che irragionevolmente richiama necessità di caffeina; mentre imprevisti bislacchi fermano estemporanei interlocutori sulla via di casa per intervistarli con domande tediose. l'impazienza traspare da ogni gesto, vomitata senza pudore addosso a chi è colpevole della inattesa pausa.

strane visioni affollanno i miei neuroni, già sovraccaricati dagli impegni quotidiani. visioni senza alcunchè di profetico, ma attente a dispensare incomprensibili consigli. ho già visto ogni cosa, ho sentito ogni parola e questo non mi è affatto piaciuto, ma ha rassicurato l'anima dall' impotenza su ciò che deve ancora accadare. 

tessere variopinte compongono un vivace mosaico di intuizioni. una frazione di secondo prima dell'espolosione che frantuma l'essere in ogni sua parte. ricomporre puzzle senza conoscere il senso delle tessere è l'ingrato compito che spetta all'osservatore, feriti gli occhi e le orecchie. il sorriso mostra denti bianchi e storti che si accavallano in un ghigno satanico di rara onestà. tutti scappano per non doverne subire il giudizio, sgomberando la piazza dei villani.

difficile dire come andranno le cose. difficile trovarci un senso. fare previsioni pare scontato, fare previsioni inganna il semplice dispiegarsi del tempo, incompreso da chi è indaffarato a cercare sempre una motivazione. qui sotto si aspetta, si cammina, si piange senza troppi languidi pensieri. lì sopra, bhe, fate voi...